
Carlo Alberto Dalla Chiesa

Giovedì 4 ottobre 2012 – ore 21.00
Lissone – Palazzo Terragni, piazza Libertà
Ingresso libero
Insieme si può vincere la mafia: la testimonianza di Carlo Alberto ed Emmanuela Dalla Chiesa
Reading teatrale
Voci recitanti: Margo’ Volo, Paola Perfetti, Alessandro Baito, Riccardo De Benedetti
Fisarmonica; Marco Valenti — Testi a cura di Ettore Radice
Se è vero che esiste un potere, questo potere è solo quello dello Stato, delle sue Istituzioni e delle sue Leggi; non possiamo oltre delegare questo potere né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti.
Trent’anni fa, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, neoprefetto di Palermo e la sua giovane moglie Emmanuela Setti Carraro vennero assassinati dalla mafia.
Si uccide il potente quando avviene questa combinazione fatale: è diventato troppo pericoloso, ma si può uccidere perché è isolato aveva detto Carlo Alberto Dalla Chiesa a Giorgio Bocca in una memorabile intervista qualche settimana prima del suo assassinio.
Lui che aveva sgominato le Brigate Rosse non riuscì a sopravvivere a Cosa Nostra. Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze – diceva Falcone – In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere.

Carlo Alberto Dalla Chiesa ed Emanuela Setti Carraro
I loro corpi furono rinvenuti crivellati di proiettili, con il generale che abbracciava la moglie in un disperato tentativo di proteggerla, facendole scudo col proprio corpo.
L’unico uomo in grado di dare fiducia e credibilità ad uno Stato che fa acqua da tutte le parti cosi scriveva Alberto Ronchey su Il Corriere della Sera, nei giorni successivi all’agguato mafioso.
Fu proprio il generale Dalla Chiesa a proporre alla Commissione Bicamerale Antimafia di introdurre nel Codice Penale il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e per primo iniziò ad indagare sui collegamenti tra mafia, affari e politica, proponendo la confisca dei beni dei mafiosi.
La lettura scenica prevede la presenza di due attori che, attraverso scritti, testimonianze, diari, lettere, articoli di giornale dell’epoca, coadiuvati da immagini, filmati (servizi dei telegiornali di quegli anni), narrano la vita, le vicende, il carattere e gli stati d’animo del generale Dalla Chiesa e di Emanuela Setti Carraro. Un accompagnamento musicale, eseguito da un musicista, sottolineerà la drammaticità degli eventi, rendendo più dinamico l’ascolto.
Con questa iniziativa, si vuole, inoltre, riportare alla memoria e alla conoscenza dei più giovani quei drammatici momenti, vissuti dalla società italiana, come gli anni di piombo con il terrorismo, le sue vittime e la dura lotta per sconfiggerlo e poi la mafia, coi suoi omicidi, il senso d’impotenza dello Stato di fronte ad una criminalità feroce e la tenace volontà di uomini come Dalla Chiesa, pronti all’estremo sacrificio, per difendere la legalità.
Dall’ascolto della lettura della corrispondenza fra il generale Dalla Chiesa ed Emanuela si evincono la lucidità dei propositi, la capacità di resistere alle avversità, l’appartenenza ad una comunità nazionale ed il senso autentico dell’interessarsi del bene comune dell’Italia.
Si scoprono, inoltre, un’umanità e una ricchezza interiore profonde e straordinarie, che permettono di conoscere l’indole e l’animo dei due protagonisti.
La manifestazione ha come principale finalità quella di ribadire, con convinzione, che la crescita culturale ed economica del nostro Paese passa, necessariamente, attraverso una continua lotta alle mafie e al terrorismo ed al ricordo di quanti hanno dato la loro vita per difendere le Istituzioni democratiche.
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