
Giornata internazionale contro la violenza alle donne
Zeroconfini Onlus e ADA
in collaborazione
per
Artemisia Gentileschi
Ammiro la tua bellezza, e sono sotto di essa

Percorso Artemisia
Danae, olio su rame nel 1612 ca, 40,5 x 52,5 cm., Saint Louis Art Museum, U.S.A.
…questa femina, come è piaciuto a Dio, havendola drizzata nelle professione della pittura in tre anni si è talmente appraticata che posso adir de dire che hoggi non ci sia pare a lei, havendo per sin adesso fatte opere che forse i prencipali maestri di questa professione non arrivano al suo sapere..
Venerdì 25 novembre 2011 ore 18,30
Conversazione con Maria Micozzi e Carla Galimberti
Studio Maria Micozzi, Viale G. Da Cermenate, 54, 20141 Milano
Sabato 26 novembre 2011 ore 21,00
Artemisia Gentileschi: storia di una passione
Mostra, Palazzo Reale, Piazza Duomo, Milano
Ritrovo: biglietteria, piano mostra
Percorso aperto ai soci A.D.A. e/o Zeroconfini
Per iscrizioni e prenotazioni: info@danzeantiche.org
Maria Micozzi

Maria Micozzi, Dentro l’Assenza
Maria Micozzi si dedica totalmente all’attività artistica dal 1985 fondendo una qualità pittorica esemplare sulla grande tradizione del rinascimento da Leonardo a Michelangelo con la sperimentazione di inedite soluzioni tecnico-formali (ideazione di nuovi supporti come i quadri-oggetto, opere bifacciali, assemblaggi di più tele e cornici, con utilizzo di materiali poveri come fili di ferro e spago), affine allo spirito delle avanguardie di indirizzo concettuale.
Artemisia Gentileschi
È una delle poche protagoniste femminili della Storia dell’arte europea. Ma è anche la protagonista di una torbida vicenda a tinte fosche o, per meglio dire, “caravaggesche”, infarcita di elementi sentimentali, erotici, patetici e fantastici, in una brillante fusione romanzesca, insomma Artemisia è la protagonista ideale del romanzo ideale (e infatti svariati romanzi si sono ispirati alla sua vita).
Certamente la carriera artistica (come qualsiasi altra carriera) è sempre stata pressoché impraticabile per le donne, costrette nei limiti che la società imponeva loro, limiti di natura culturale (assenza pressoché totale di una preparazione scolastica) e familiare (nelle famiglie patriarcali la donna era preposta all’accudimento di tutti i suoi numerosi elementi).
Artemisia Gentileschi, che ebbe modo di fare fruttare il suo talento, è stata una delle poche donne “sfuggite” tra le maglie di questo rigidissimo sistema sociale, tuttavia la sua sofferta vicenda privata si è spesso sovrapposta a quella di pittrice generando molte ambiguità.

Artemisia Gentileschi, Susanna e i vecchioni
Negli anni Settanta la sua popolarità ha raggiunto il vertice soprattutto per via della vicenda che la vide accusare il suo violentatore (al punto da sottoporsi allo schiacciamento dei pollici per confermare l’attendibilità delle sue accuse, cosa che per lei, pittrice, non dovette essere solo un dolore fisico). Artemisia è divenuta così il simbolo del femminismo e del desiderio di ribellarsi al potere maschile: tuttavia questo fatto le fece un grande torto: l’avere spostato l’attenzione (e averle attribuito un particolare successo) sulla vicenda dello stupro, mettendo in ombra i suoi meriti professionali, ormai ampiamente riconosciuti dalla critica, a partire da Roberto Longhi e dal suo pionieristico articolo del 1916 Gentileschi padre e figlia.
A volte questa lettura “a senso unico” della pittrice ha creato giusti malumori: per Camille Paglia, a volte Artemisia è diventata un’etichetta da utilizzare anacronisticamente per avanzare rivendicazioni infarcite di retorica femminista. Negli anni Settanta la Gentileschi divenne un vero e proprio simbolo del femminismo internazionale: associazioni e cooperative le si intitolarono – a Berlino l’albergo Artemisia accoglieva esclusivamente la clientela femminile – riconoscendo in essa una figura culto, sia come rappresentante del diritto all’identificazione col proprio lavoro, sia come paradigma della sofferenza, dell’affermazione e dell’indipendenza della donna. Per la nota polemista e leader del movimento femminista internazionale Germaine Greer Artemisia Gentileschi fu la grande pittrice della guerra tra i sessi, affermazione, di fatto, estremamente riduttiva: un pittore con tanto talento come la Gentileschi non può limitarsi a un messaggio ideologico.
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