Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni.
Dobbiamo sempre schierarci.
La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima.
Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato.
Secondo la definizione data dall’Onu:
è violenza contro le donne o violenza di genere ogni atto di violenza fondato sul genere che comporti o possa comportare per la donna danno o sofferenza fisica, psicologica o sessuale, includendo la minaccia di questi atti, coercizione o privazioni arbitrarie della libertà, che avvengano nel corso della vita pubblica o privata.
La violenza contro le donne, nell’ambito del diritto umanitario e del diritto penale internazionale, ha assunto in questi ultimi anni una forte drammaticità.

Viole per Enza di Antonetta Carrabs – LietoColle editore
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Il rispetto dei diritti umani di uomini e donne deve essere una questione di assoluta centralità nell’agenda politica della comunità degli Stati.
Il diritto umanitario e il diritto internazionale dei diritti umani, nei Paesi soprattutto in conflitto, purtroppo vengono ignorati e colpiscono soprattutto le donne che spesso subiscono violenze sessuali. In alcuni casi lo stupro di massa viene usato come tattica di guerra. Essere donna, in qualsiasi luogo, è diventato, oggi, molto più difficile. Le donne sono ancora vittime di violazioni anche gravi dei loro diritti.
In alcuni Paesi la discriminazione è già nelle leggi. In Iran le donne non possono diventare magistrati o ingegneri. Possono essere arrestate dalla polizia religiosa se non portano il velo. In Arabia non possono guidare l’auto o andare in bicicletta e possono essere arrestate per abbigliamento considerato inadeguato. In Arabia, Pakistan, Sudan e Nigeria vige ancora la lapidazione inferta alle donne accusate di adulterio. In altri si commette ancora il delitto d’onore, commesso dal marito, dal padre o da un fratello. Nei paesi occidentali vengono violati i diritti delle donne discriminandole nel mondo del lavoro e nell’attività politica.
La violenza di genere ha un profondo radicamento culturale nella nostra civiltà. Viene negato alle donne il diritto alla sessualità attraverso la clitoridectomia e l’infibulazione. Le cinture di castità forme di punizione, compresa la pena di morte, per l’adulterio femminile. Viene imposto alle donne una sessualità attraverso lo stupro, compreso quello coniugale, l’incesto. Vengono usate le donne come mezzo di transazione maschile. Le donne diventano doni. Il prezzo della sposa, lo sfruttamento della prostituzione, l’impiego delle donne escort, intrattenitrici per facilitare gli affari o come padrone di casa accoglienti, geishe, segretarie compiacenti.
La violenza domestica, in particolare, è segno di una perdita di capacità di negoziare che affonda nel sangue il peso di conflitti non risolti. Si è come smarrito la capacità di vivere. Cosa accade di così devastante dal voler porre fine alla vita propria e altrui, trasformando una crisi di coppia, pur drammatica, in una reazione di morte, dove solo la violenza appare come unica via d’uscita?
La violenza sulle donne è un terribile mostro dalle molte teste che va tenacemente combattuto.
Facce diverse di una stessa prevaricazione sulla donna che finisce per farne causa di morte. Non credo che La violenza sia il destino della nostra specie. Ciò che cambia sono le forme, i luoghi e i tempi, l’efficienza tecnica, la cornice istituzionale e lo scopo legittimante ma che, come ricorda Einstein:
Il mondo è pericoloso non a causa di chi fa del male, ma a causa di chi guarda e lascia fare.
Nelle Troiane di Euripide ciascuna donna, seppur prigioniera, violata e ridotta in schiavitù, trova il modo di reagire alla sventura che l’ha colpita proprio mentre i vincitori, inclusi i grandi eroi della mitologia greca, si abbandonano a barbarie senza confini e si comportano come bruti aguzzini. Pur avendo perso tutto, le donne troiane non rinunciano quindi alla propria dignità che gli spietati soldati greci sembrano invece non aver mai posseduto.
Le parole di Ecuba, Cassandra, Andromaca e anche di Elena la seduttrice travalicano il senso letterale della vicenda antica e scalfiscono le orecchie e la mente di chi segue il dipanarsi della vicenda. Una regina e anziana madre può trovarsi ad essere schiava e privata dolorosamente degli amati figli.
Una giovane è felice, apparentemente in modo folle, di essere destinata al persecutore dei suoi, perché sa che il sangue versato si paga. Una giovane vedova vede sradicato da sé il suo virgulto bambino e fa stridere il suo urlo di strazio e d’accusa, l’infamia cadrà per sempre sugli assassini.
E la causa della guerra, Elena? È veramente colpevole o non sono colpevoli gli uomini che inseguono il fantasma del possesso a tutti i costi, fino a mettere a ferro e a fuoco una città?
L’anello più debole di chi si trova ad essere vittima sono le donne.
Da sempre oggetto di violenze gratuite per dileggio degli uomini che le possiedono, da sempre non riconosciute nella loro soggettività e nella loro capacità di autodeterminarsi e per questo sottomesse.
Oggi la violenza contro le donne è sempre più riconosciuta per quello che è: una minaccia contro la democrazia, un ostacolo alla pace duratura, un fardello per le economie nazionali e una spaventosa violazione dei diritti umani.
Poiché sempre più persone credono che la violenza contro le donne sia non solo inaccettabile ma anche evitabile, poiché sempre più autori dei crimini sono puniti, il cambiamento per fermare la violenza contro le donne cresce sempre più profondo e forte.
Questa non è solo una questione femminile, è una responsabilità di tutti noi.
Antonetta Carrabs

Viole per Enza di Antonetta Carrabs – LietoColle editore
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VIOLEperENZA è un progetto editoriale edito da LietoColle e promosso da Zeroconfini Onlus finalizzato a portare avanti la Campagna Internazionale di sensibilizzazione sulla violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali delle donne.
I Testi sono a cura di Antonetta Carrabs – Alessandra Arcadu – Iride Enza Funari
La campagna VIOLEperENZA è stata lanciata da Zeroconfini Onlus l’8 marzo 2013 con la prima rappresentazione teatrale presso il Teatrino di Corte della Villa Reale di Monza.
La campagna VioleperEnza nasce con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali delle donne.
Le storie narrate sono vere e riguardano sette donne, alcune delle quali non hanno più voce; altre hanno avuto il coraggio di denunciare e non hanno ancora smesso di combattere per affermare i propri diritti per una vita giusta. Donne che ancora oggi lottano per cause sociali e civili. Il loro coraggio, nel denunciare i crimini dell’umanità, sarà da esempio per tutte quelle altre donne che arriveranno dopo di loro e che potranno contribuire a cambiare la politica del proprio Paese.
Le storie delle 7 donne simbolo sono:
LEA GAROFALO
testimone di giustizia vittima della ‘Ndrangheta
di Antonetta Carrabs
ISOKE AIKPITANYI
lotta per liberare dalla tratta le ragazze nigeriane
di Iride Enza Funari
NAHAL SAHABI
vittima della repressione di stato in Iran
di Antonetta Carrabs
MARISELA ORTIZ RIVERA
lotta contro il femminicidio a Ciudad Juarez
di Alessandra Arcadu
ASSETOU BILLA NONKANE
lotta contro le mutilazioni genitali
di Alessandra Arcadu
NEDA AGHA-SOLTAN
vittima della repressione a Teheran nel 2009
di Antonetta Carrabs
ANNA POLITKOVSKAJA
giornalista uccisa in Russia, denunciava i diritti violati del popolo russo e ceceno
di Iride Enza Funari
Firmato e sottoscritto per Zeroconfini Onlus
Antonetta Carrabs, Iride Enza Funari, Alessandra Arcadu
Note:
Le associazioni che intendono avvalersi dei testi dell’antologia possono farlo previa comunicazione alla presidente dell’Associazione ZEROCONFINI ONLUS nella persona della Presidente Antonetta Carrabs (clicca sul link) e mail: acarrabs@libero.it
Ogni iniziativa non dovrà essere a scopo di lucro e si realizzerà nel rispetto e secondo le finalità gli scopi dell’associazione.
Le modifiche ai testi possono essere rese possibili per ragioni sceniche, ma vanno necessariamente comunicate alle autrici le quali, in qualsiasi momento, sono autorizzate a richiedere di visionarne la stesura finale, fino ad impedirne la messa in scena, qualora non fossero state rispettate le loro volontà.
IMPORTANTE Su ogni manifesto, locandina, materiale che pubblicizza l’iniziativa andrà obbligatoriamente la scritta:
Campagna internazionale di sensibilizzazione Zeroconfini Onlus sulla violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali delle donne. Testi a cura di Antonetta Carrabs – Iride Enza Funari – Alessandra Arcadu
NB Il nome Zeroconfini Onlus e il logo vanno sempre inseriti su tutti i manifesti/locandine.
Durante ogni rappresentazione verrà promosso il tesseramento di Zeroconfini Onlus (i moduli saranno inviati dall’associazione)
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