Anche quest’anno la nostra associazione celebra la Giornata Mondiale contro la violenza di genere con un’iniziativa importante che si realizza in collaborazione con il Comune di Milano.
La Convenzione di Instambul il 7 aprile 2011 è stata adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa e aperta alla firma l’11 maggio dello stesso anno. Finora è stata firmata da 29 Stati.
È il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante per proteggere la donna contro qualsiasi forma di violenza. Il rispetto dei Diritti Umani deve essere una questione di assoluta centralità nell’agenda politica della comunità degli Stati. Essere donna in qualsiasi luogo è diventato molto difficile. Le donne sono ancora vittime di violazione anche gravi dei loro diritti. La violenza di genere ha un profondo radicamento culturale nella nostra civiltà. Oggi la violenza contro le donne è una minaccia contro la democrazia, un ostacolo alla pace duratura, un fardello per le economie nazionali e una spaventosa violazione dei diritti umani.
MIDO – Milano per le donne
Zeroconfini Onlus, in collaborazione con il Comune di Milano, per una cultura dei diritti fondamentali e della non discriminazione.
In occasione della Giornata mondiale contro la violenza di genere che viene celebrata ogni anno il 25 di novembre, anche quest’anno, la nostra associazione promuove un’iniziativa a tutela dei diritti umani e contro la violenza di genere.
La conferenza internazionale:
La violenza di genere:
come riconoscerla per difendersi
si svolgerà il
7 novembre 2014 ore 10,00
Milano – Palazzo Marino – Sala Alessi
Relatori
Beatrice Lorenzin Ministro della Salute
Alessia Mosca Parlamentare Europea
Gabriella Cims Promotrice Appello Donne e Media
Mimma Carta Presidente Cadom – Centro Donne Maltrattate
Giorgia Leone Avvocato
Alessandra Kustermann Direttore UOC Pronto Soccorso Ostetrico/Ginecologico e Responsabile Soccorso violenza sessuale e domestica della Fondazione IRCCS CA’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.
Primo Panel ore 10,00
Artemisia Lomi Gentileschi la donna, la pittoressa
Vittima svillaneggiata di un pubblico processo di stupro
Performance teatrale a cura della Compagnia La Sarabanda (durata 20 minuti)
con Mara Gualandris
Regia di Loredana Riva
Testi di Antonetta Carrabs
Scenografie di Maria Micozzi
Floriano De Santi – L’arte di fronte alla violenza
Secondo Panel ore 10,30
Choice – video in apertura di Marco Musso (durata 5 min)
La performance teatrale di apertura è dedicata ad Artemisia Gentileschi.
…Riesco a malapena a piegare le dita, per stringere il pestello ovoidale e macinare i colori sulla lastra di marmo. Devo ignorare la sofferenza. Non riesco ad inserire il dito nel foro della tavolozza, così metto uno sgabello su una sedia per tenerla vicina all’altezza giusta. Vedere i colori mi corazza contro il dolore. Il cuore accellera i battiti. Mi sento di nuovo viva. Ogni giorno, appena mi alzo, indosso il grembiule da pittore sulla camicia da notte e, con la prima luce dell’alba, incomincio a dipingere. Lo faccio prima di andare in tribunale. Le dita mi fanno ancora male, così cerco di lavorare di polso invece che di dita. Per settimane, dopo ogni udienza, mi precipito a casa a dipingere fino a che la sera lascia il posto alla notte, accesa dal pensiero che sia Giuditta, sia io stavamo compiendo un atto di giustizia. Immergo il pennello nel marrone scuro. Le croste mi si staccano ma non smetto di lavorare. Sulla tela prendono forma gli occhi scuri e pieni di terrore di Oloferne che mi supplicano…
Il rispetto dei Diritti Umani deve essere una questione di assoluta centralità nell’agenda politica della comunità degli Stati.
Essere donna in qualsiasi luogo è diventato molto difficile. Le donne sono ancora vittime di violazione anche gravi dei loro diritti. La violenza di genere ha un profondo radicamento culturale nella nostra civiltà. Oggi la violenza contro le donne è una minaccia contro la democrazia, un ostacolo alla pace duratura, un fardello per le economie nazionali e una spaventosa violazione dei diritti umani.
La nostra Campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere continua con sistematicità già da due anni.
Il nostro impegno a difesa dei diritti umani è una delle finalità che Zeroconfini Onlus promuove e lo sta facendo con Conferenze Nazionali e Internazionali, Spettacoli teatrali, nelle Scuole, con le Istituzioni, in collaborazione con altre Associazioni e con gli Artisti che hanno deciso di supportare i nostri obiettivi con la propria arte.
Abbiamo deciso di dedicare la conferenza internazionale a Reyhaneh Jabbari, vittima del regime di Teheran
Questa è la lettera che Reyhaneh Jabbari ha scritto alla madre prima dell’impiccagione: un vero testamento di dignità, di umanità, di denuncia.
MIA DOLCE MADRE,
DONA I MIEI OCCHI. E DAMMI AL VENTO,
PERCHE’ MI PORTI VIAIl mondo mi ha concesso di vivere per 19 anni. Cara mamma, non piangere per ciò che stai sentendo. Il primo giorno in cui alla stazione di polizia una vecchia agente zitella mi ha schiaffeggiato per le mie unghie, ho capito che la bellezza non viene ricercata in quest’epoca. La bellezza dell’aspetto, la bellezza dei pensieri e dei desideri, una bella scrittura, la bellezza degli occhi e della visione e persino la bellezza di una voce dolce. Prima della mia morte voglio qualcosa da te, qualcosa che mi devi dare con tutte le tue forze. In realtà è l’unica cosa che voglio da questo mondo, da questo paese e da te.
So che avrai bisogno di tempo per questo. Ti prego non piangere e ascolta. Voglio che tu vada in tribunale e dica a tutti la mia richiesta. Mia dolce madre, l’unica che mi è più cara della vita, non voglio marcire sottoterra. Non voglio che i miei occhi o il mio giovane cuore diventino polvere. Prega perché venga disposto che, non appena sarò stata impiccata il mio cuore, i miei reni, i miei occhi, le ossa e qualunque altra cosa che possa essere trapiantata venga presa dal mio corpo e data a qualcuno che ne ha bisogno, come un dono.
Non voglio che il destinatario conosca il mio nome, compratemi un mazzo di fiori, oppure pregate per me. Te lo dico dal profondo del mio cuore che non voglio avere una tomba dove tu andrai a piangere e a soffrire. Non voglio che tu ti vesta di nero per me. Fai di tutto per dimenticare i miei giorni difficili. Dammi al vento perché mi porti via. Accuserò gli ispettori, il giudice e i giudici della Corte Suprema di fronte al tribunale di Dio
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