Suerte, il futuro possibile

Per Teatro nelle carceri, il libro "Suerte" di Giulio Laurenti

Il libro “Suerte” di Giulio Laurenti
Suerte, Einaudi Editore

SUERTE
con Giulio Laurenti

Istituti di Pena di Bollate Sanquirico e Opera

Zeroconfini Onlus promuove la presentazione di SUERTE con l’autore Giulio Laurenti, all’interno degli Istituti di pena di Bollate, Sanquirico e Opera con l’obiettivo di promuovere quel messaggio di futuro possibile.

Suerte rappresenta un’autentica speranza di riscatto. Ed è proprio attraverso la storia vera del narcotrafficante, dalla Colombia al carcere, la confessione, il ricordo di un’epopea criminale, il racconto del pericolo costante che i detenuti possono ritrovare quel filo d’Arianna che li conduca al riscatto, alla legalità e forse anche alla rinascita.

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Giulio Laurenti

Giulio Laurenti

Giulio Laurenti

Suerte non è una storia di redenzione, piuttosto si tratta di una resurrezione. Prendiamo in prestito le parole del libro per introdurre il romanzo. “Suerte” è la vita, anzi, varrebbe la pena dire le vite, di Ilan Fernandez. Ripercorre la parabola di quello che a soli vent’anni era arrivato a essere il maggiore narcotrafficante d’Europa.

Quello che in Sud America era forse il ben più noto Pablo Escobar, Ilan lo era per il vecchio continente. Un’ascesa che ha inizio subito dopo l’infanzia e che si conclude con uno spettacolare arresto a Barcellona. Poi il carcere. E infine la resurrezione. La moda. Il marchio “DePutaMadre”. Un presente da stilista. Il tutto raccontato con uno stile narrativo impeccabile, capace di tenere il lettore attaccato al libro dall’inizio alla fine.

Di Clemente in Suerte, spettacolo teatrale tratto da libro di Giulio Laurenti

Suerte, spettacolo teatrale tratto da libro di Giulio Laurenti, scritto e diretto da Alessio DI Clemente

Un libro biografico. Ma se non fosse stato esplicitamente ammesso, in molti avrebbero potuto credere di trovarsi davanti ad un’opera di fantasia, tali sono gli eccessi e i fatti narrati. Che cosa si prova a vivere con la morte come assidua compagna? Per piú di un anno Ilan Fernández, uno dei maggiori narcotrafficanti a livello internazionale, oggi imprenditore di successo, ha raccontato a Giulio Laurenti la sua vita rocambolesca e pericolosa: anzi, le sue due vite.

Quelle confessioni sono diventate un romanzo, dalla voce inconfondibile e unica, col timbro della verità definitiva. E la cocaina ci appare sotto una luce che non avevamo mai considerato, frutto come è di uno smercio intriso di morte. L’infanzia violenta a Cali, dove «si inizia con i lividi e si finisce con i buchi delle sventagliate di mitra», la rabbiosa voglia di rivalsa, i primi passi nel mondo del crimine come unico modo per restare a galla, la droga, il traffico d’armi.



Ilan Fernandez (Suerte)

Ilan Fernandez (Suerte)

In poco tempo Ilan scala tutti i gradini della gerarchia criminale colombiana e a diciannove anni è il maggior responsabile della cocaina che imbianca l’Europa, oltre che il Sudamerica e gli Stati Uniti. Una vita tra lussi, eccessi, donne e Ferrari. Fino a quando, per l’ostinata caccia di un poliziotto, non viene catturato a Barcellona. Ma proprio in galera scaturisce l’idea del marchio DePutaMadre69, la rinascita. La violenza, l’ansia di riscatto, il mito della ricchezza facile, l’eccesso, l’ossessione per la performance, la corsa senza tregua verso un senso delle cose mai afferrabile. Di questo parleremo con l’autore, Giulio Laurenti all’interno degli Istituti di pena di Bollate, Sanquirico e Opera con l’obiettivo di promuovere quel messaggio di futuro possibile.

Suerte rappresenta la speranza di riscatto. Ed è proprio attraverso la storia vera di questo narcotrafficante, dalla Colombia al carcere, la confessione, il ricordo di un’epopea criminale, il racconto del pericolo costante che i detenuti possono ritrovare quel filo d’Arianna che li conduca al riscatto, alla legalita, alla rinascita. Suerte vuole essere un’occasione di riflessione attraverso il dialogo con l’autore. In nove mesi di assidua frequentazione, Giulio Laurenti raccoglie la testimonianza di Ilan Fernández, in un romanzo intenso sulla caduta e sull’ansia di riscatto, che svela i retroscena del «mestiere» di narcos.

A diciannove anni, Ilan Fernández è a capo dell’organizzazione criminale che detiene il monopolio del traffico di cocaina tra Sudamerica, Stati Uniti ed Europa. Una posizione pericolosa, ma elettrizzante, per un ragazzo orfano di padre e figlio di una «misera donna delle pulizie» di Cali, città nel sud-ovest della Colombia, un posto dove i turisti vanno in cerca di divertimento, ma dove sibilano anche le pallottole e si vive con la rabbia e il senso di rivalsa di chi conosce solo la povertà.

È proprio a Cali, vendendo droga ai villeggianti, che Fernández muove i primi passi nel mondo del crimine, dai piccoli investimenti per il mercato locale, che fruttano una tessera per fare il bagno alla piscina dell’albergo dei ricchi, fino al traffico di polvere bianca e armi su vasta scala. Una nuova vita, di eccessi, Ferrari e festini, con la morte alle calcagna, fino allo sbarco negli Stati Uniti e ai contatti con la Spagna e le famiglie malavitose italiane, in una catena di eventi sempre più frenetica e difficile da controllare: «Vivevo sulla corsia di sorpasso e non badavo al panorama che mi sfrecciava a fianco. Ero tutt’occhi per i dettagli, avevo smarrito quella visione d’insieme che ti porta in vetta a un’organizzazione. Un tiro e via. Una transazione dopo l’altra e montagne di soldi all’incasso. Se c’erano ostacoli da rimuovere, li facevo rimuovere da qualcuno dei miei uomini, dei miei soldati. La roba attraversava l’Atlantico e imbiancava l’Europa senza che ormai io realmente facessi più che una decina di telefonate e qualche incontro d’affari».

Grazie al lavoro caparbio di un poliziotto infiltrato, Ilan Fernández viene arrestato nel 1985 a Barcellona, dove trascorrerà nove anni nel carcere dei Quatre Camins, raccogliendo idee per il marchio DePutaMadre69 – «sto una favola», nel gergo dei detenuti spagnoli, linea di abbigliamento che lo riporterà sulla cresta dell’onda, in modo pulito e da uomo libero.

Oggi, imprenditore di successo, Fernández consegna il ricordo degli anni più difficili della sua vita a Giulio Laurenti, autore di racconti, poesie, cortometraggi e fondatore di www.nonleggere.it, una delle web-tv letterarie più seguite d’Europa, in un libro sincero, crudo, incalzante come un inseguimento, una testimonianza di come il passato non si possa cancellare.


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