Sesto numero di Oltre i Confini Beyond Borders

Il Cittadino di Monza e Brianza pubblica il sesto numero di Oltre i confini, il giornale dei detenuti del carcere di Monza diretto da Antonetta Carrabs.

E’ passato ormai quasi più di un anno da quando ci siamo cimentati con la scrittura, da quando siamo diventati “redattori” di “Oltre i Confini – Beyond Borders” Siamo i giornalisti del carcere, così ci chiamano qui dentro. Un‘esperienza senza precedenti cominciata forse senza neanche la convinzione di scrivere, poi un pò alla volta, probabilmente dopo l’uscita del primo numero, abbiamo avuto la consapevolezza di aver davvero scritto degli articoli che erano stati pubblicati su un giornale “vero” letto da migliaia di persone. Ci siamo ritrovati addosso un mix di emozioni: da un lato l’orgoglio di essere stati “giornalisti per un giorno”, dall’altro i timori per l‘impegno concreto da rispettare. Non era più un gioco, era diventato qualcosa di serio con scadenze da rispettare. Eravamo diventati corrispondenti de Il Cittadino di Monza e Brianza. Avevamo assunto un impegno importante. Con costanza e serietà, sia io che i miei compagni di redazione, siamo riusciti a mantenere quanto prefissato. Questo è il nostro sesto numero che come gli altri cinque è uscito con cadenza bimestrale.

Il nostro è un lavoro di squadra. Ognuno di noi fa la sua parte e contribuisce a portare fuori dalle mura la voce del carcere. Abbiamo imparato tante cose l’uno dall’altro sotto la guida attenta e costante di Antonetta Carrabs che ci raggiunge ogni lunedì dalle 13,00 alle 16,00. A lei dobbiamo tanto ma soprattutto la capacità di essere riuscita a tirar fuori il meglio di noi non solo in senso letterario ma anche umano. Ci ha insegnato ad interagire in gruppo, a comunicare le emozioni e i nostri sentimenti, trasformandoci in scrittori. Non importa se di qualità o meno. Noi tutti oggi scriviamo per il giornale ma soprattutto scriviamo per noi stessi. Ci siamo persino scoperti poeti e non riusciamo a smettere di scrivere versi, poesie, pensieri di vita, racconti, qualsiasi cosa meriti di essere scritta o raccontata. Scriviamo perchè i nostri pensieri non siano abbandonati in uno scaffale vuoto di oggetti smarriti ma siano corredo di pubblica utilità. Ci incontriamo in biblioteca, un luogo prezioso, ricco di stimoli e di libri E di questo ringraziamo il direttore Maria Pitaniello che ci ha dato fiducia fin dal principio. Quando c’è un evento importante lei ci dà la possibilità di partecipare, intervistare gli ospiti e scrivere gli articoli per il nostro giornale. Tutti noi le siamo grati. La linea editoriale è decisa insieme, ma abbiamo dei nostri punti fermi che non abbandoniamo mai: le storie dei tanti detenuti provenienti da ogni parte del mondo che ci raccontano il loro Paese e le loro disavventure, le tante attività che si svolgono in carcere, qualche poesia, una ricetta e molte riflessioni personali su varie tematiche esistenziali. Ci sta molto a cuore comunicare con il mondo fuori soprattutto per far comprendere quanto siano sbagliati i pregiudizi nei nostri confronti. Anche se abbiamo commesso degli errori ed è giusto che paghiamo fino all’ultimo minuto la nostra pena, siamo comunque delle persone, siamo umani. Ringraziamo il “Cittadino” per questa opportunità che ci ha concesso, sperando in cuor nostro di essere stati utili ai lettori. Ringraziamo il direttore Claudio Colombo per aver creduto in noi, il giornalista Roberto Magnani che impagina il nostro giornale con così tanta cura da lasciarci sempre stupiti. Ringraziamo i lettori del Cittadino augurandoci che comprino il giornale in modo da permetterci di continuare a scrivere. E‘ un cammino meraviglioso questa esperienza. Siamo cresciuti molto, in tutti i sensi. Un altro ringraziamento va al nostro ex compagno Alberto (oggi per l’art.21 è in semilibertà) per averci sempre spronato ad andare avanti e non mollare, ma soprattutto per aver creduto più di tutti in questa idea. E‘ stato per noi una pietra miliare. E’ stato lungimirante in tutto ciò che ci diceva, ciò che si poteva e si doveva fare, quello che saremmo diventati. Diciamo che la sua loquacità e la sua simpatica sfrontatezza è stata positiva per tutti noi. Ci ha aiutato ad eliminare quel blocco iniziale facendoci partire come razzi ed essere noi stessi nell’affrontare il progetto di scrittura. So che ancora oggi ci segue e ci legge dall’esterno e di questo noi ne siamo felici perchè, caro Alberto, nei nostri discorsi e nei nostri commenti ogni qualvolta che capita l’occasione, ti citiamo e ti ricordiamo. Ti salutiamo con tanto affetto. In questo lungo anno oltre a scrivere, confrontarsi e programmare insieme, siamo diventati amici, ci supportiamo e sproniamo a vicenda. E forse questa è la cosa più bella che il giornale ci abbia potuto donare. ( la redazione Oltre i confini)

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