La musica delle parole
Reparto di Ematologia Pediatrica
Mercoledì 20 gennaio 2010
Diario
Ho bisogno di poesia
questa magia che brucia la pesantezza delle parole
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
Il laboratorio poetico La musica delle parole è un appuntamento molto atteso dai bambini. E questo ha sorpreso anche me: non avevo di certo previsto un tale unanime entusiasmo.
La poesia è diventata narrazione: il bisogno dei bambini di comunicare i propri affetti, le proprie paure, è diventata divertimento con le sue filastrocche spiritose e ludiche; ha favorito i sogni ad occhi aperti, carichi di emozioni.

Vorrei essere una fata…
I bambini stanno incominciando a scrivere da soli, non mi dettano più i loro pensieri. Alcune volte sono indecisi sull’ortografia e la punteggiatura e si fermano a pensare. Hanno timore di sbagliare. Ho spiegato loro che i poeti hanno la licenza di scrivere quello che vogliono, possono inventare le parole, alterarle, stropicciarle… non importa la ‘forma’, la lunghezza dei testi. La poesia è libera, non ha limiti.
Ultimamente stiamo parlando della poesia come creazione: ho raccontato ad ognuno di loro che, nel momento in cui compongono un testo poetico, creano, esattamente come fa il pittore quando dipinge, il musicista quando compone, lo scultore quando scolpisce… Dalla creatività, dai sentimenti nasce qualcosa che prima non c’era.
Ogni qualvolta che i bambini terminano di scrivere, leggono la loro poesia ad alta voce e, immancabilmente, si sorprendono, si divertono.

La luna pazzerella
La luna…
di lei ce n’è soltanto una.
Vola libera nell’aria e racconta la sua storia
la storia di un’anziana signora
che appare ad una certa ora.
Ed un giorno si è stancata
e ad una certa ora non è arrivata.
Tutto il mondo al buio era.
Che paura quella sera!
Tutti gli animali si erano smarriti
e i giorni felici erano finiti!
Ma una soluzione l’avevano trovata…
per tutti pane, burro e marmellata.
Alessandra, 12 anni
Per concludere, recito il loro testo poetico a voce alta, in piedi. Ai bambini piace molto sentire declamare i loro versi: alcuni mi chiedono di leggerli più volte. E tutte le volte si sorprendono per aver scritto una nuova poesia.
Spesso capita anche che i bambini mi chiedano di conoscere le poesie degli altri bambini. Sono molto attenti a quello che scrivono i compagni, se hanno la possibilità di incontrarsi, ne parlano fra di loro. Ultimamente accade anche che decidano di scrivere subito, ci hanno già pensato, hanno già un’idea. Così, la lezione che ho preparato viene messa da parte, dando spazio ai loro bisogni, al loro desiderio di imprimere sulla carta l’emozione che scalpita.
Durante il mio ultimo incontro, Salma è abbastanza preoccupata. «Io voglio scrivere poesie, ma fra qualche giorno dovrò andare in Cascina. Come faccio? Promettimi che verrai a trovarmi.» mi ripete, mentre sua sorella cerca di tranquillizzarla. Beh, non vi nascondo la mia meraviglia. La poesia aveva fatto un’altra magia delle sue. Inaspettata, di sicuro.
Le insegnanti mi dicono che, oggi, incontrerò soltanto Alessandra. Alcuni bambini sono in Cascina, altri sono tornati a casa per qualche giorno.
Alessandra ha già scritto tre poesie per il suo amato pastore tedesco Axel. Oggi decide di scrivere una simpatica filastrocca dedicata alla luna. L’immagine incipit l’ha molto colpita.
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