La Musica delle Parole, 4 novembre 2009

Musica Parole illustrazione

…dai vetri schiusi nella sera fumida…

Montale
La musica delle parole
mercoledì 4 novembre 2009, terzo appuntamento
Reparto di Ematologia Pediatrica

Diario

IL viaggio

Il viaggio attraverso il sogno, i colori, i suoni, i ricordi, la gioia, la fatica. La vita è un viaggio sempre nuovo e per farlo ci vuole coraggio perché la vita trasforma, insegna e fa diventare grandi.

La fine di un viaggio è appena l’inizio di un altro.
Claude Monet, treno nella neve

Claude Monet, treno nella neve

Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si era visto in estate, vedere di giorno quel che si era visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio.
Sempre.

José Saramago, Viaggio in Portogallo

L’argomento di oggi è il viaggio

Il mio cuore è un prato.

Joseph R. Carrieri

Sono le ore 10,00. Incontro Nicoletta, una delle insegnanti della scuola in ospedale, che mi parla dei bambini che andrò a raggiungere. Il primo appuntamento è con Josef: ha quindici anni, è nato in Italia da genitori di origine filippina. Mi vengono incontro quei suoi grandi occhi scuri sul viso paffuto, dalla carnagione olivastra. Mi sta aspettando.

Musica Parole, illustrazione

Il mio cuore è un prato

È seduto davanti a una pigna ordinata di quaderni e di libri chiusi. Il suo sguardo va spesso al suo papà che resta in silenzio ad ascoltarci con davanti il suo pc. Sfogliamo, insieme, delle immagini di mare, natura, città, fiumi, case, alberi, animali, deserto…

Josef sceglie l’immagine di un immenso prato fiorito con alberi dalle grandi fronde.

Mi racconta di quanto è bello il prato in una giornata di pieno sole, di quanto è dolce il venticello quando ti fa il solletico. I ricordi vanno alla casa dei nonni, nelle Filippine, alle sue corse lungo i viali, lungo le valli in primavera. Decide di raccontarmi queste sue emozioni con le parole; con quelle parole che possano meglio descrivere la sensazione di benessere che prova ricordando le sue corse nel prato.


Il mio cuore è un prato

nell’aria il profumo degli alberi grandi
lontano, più lontano una macchia di fiori rossi
forse son tulipani.
E io felice mentre mi fermo a guardare
questa mia immensa natura di primavera.

Josef, anni 15


Sempre navigando…
Incontro Andrea, tredici anni.

Andrea è sul letto, rannicchiato, con in testa il cappuccio della felpa ben calata sugli occhi. Mi dice che non è tanto in forma… ha un leggero vomito, ma ha voglia di ascoltarmi. Mi siedo accanto al letto, cerco di tenere la voce bassa. Andrea toglie il cappuccio e mi guarda senza distogliere mai lo sguardo. Si lascia incuriosire dalle immagini. Sceglie, fra le tante, un piccolo prato verde, una città di sera e un’oasi nel deserto.

…non c’è nessun vascello che come un libro
possa portarci in paesi lontani
né corsiere che superi al galoppo
le pagine di una poesia…

Emily Dikinson

Lo sguardo va al di là della grande finestra, sulla città. Il cielo è ancora più grigio, gonfio di pioggia. Sembra un mondo in bianco e nero, senza più colori. Ma si può navigare, si può approdare in altri luoghi, basta volerlo. Con la fantasia si può…

Leggo ad Andrea i versi di Emily Dickinson che ci parlano del viaggio, di come si può viaggiare anche quando le situazioni ce lo impediscono.

Perché non provare? Aggrapparsi al filo di un aquilone e lasciarsi trasportare al di là della città, al di là di questo cielo grigio gonfio di pioggia, al di là dei tetti dei palazzi di Monza che nelle giornate fredde ‘sbuffano’ e sprigionano tante nuvolette di fumo biancastro. Andrea mi sorride. Sceglie i versi di Giovanni Pascoli. Forse affiderà un piccolo sogno alla sua prima poesia. Lo lascio riposare. Ci vedremo la prossima settimana. Mercoledì della prossima settimana.

…s’innalza; e ruba il filo dalla mano
come un fiore che fugge su lo stelo
esile, e vada a rifiorir lontano…

Giovanni Pascoli


È come se toccassimo la pelle azzurra del cielo

Pablo Neruda


…sono seme, fogliame quercia che matura
ed allora tutto il giorno, tutta la notte canto
sale dalle radici il sussurro
canto nel vento le foglie.

Pablo Neruda

Si, Luca sta meglio, molto meglio. Molto probabilmente andrà a casa fra qualche giorno. Ha lo sguardo felice, più disteso. La notizia è bella…è come se toccassimo la pelle azzurra del cielo.

Sta colorando un pappagallo che ha disegnato per me. Mi racconta che a casa ne ha due: Ernesto e Giorgia. Gli sono stati regalati a Pasqua dello scorso anno e da allora vivono in una voliera di ferro tutta di verde con il tetto verde dalle sfumature bianche.

Mi chiede di leggere i versi che ho portato e sceglie quelli di Neruda perché, dice, sono molto belli, pieni di natura e foglie e vento.

La poesia è un’emozione…

Salma ha nove anni. È di origine musulmana. È abbastanza titubante, mi dicono che è la sorella a convincerla ad incontrarmi. Salma non sa chi sia una poetessa, non sa cosa voglia dire scrivere una poesia. Ha gli occhi scurissimi, i capelli lunghi e neri, lo sguardo vivace.

La sua prima domanda per me è stata: come si fa a scrivere una poesia?

Le racconto di come sia impossibile afferrare un’emozione, toccarla, stringerla come si fa con qualsiasi cosa perché è inafferrabile. Di quanto sia magnifico fermarla imprimendola sulla carta: fermarla con le parole, riviverla, riascoltarla, ‘riassaporarla’.

La sorella di Salma interviene e cerca di spiegarle che un’emozione può essere anche la tristezza, come quella che Salma ha provato qualche ora prima quando i medici le hanno comunicato di non poter tornare a casa, di avere ancora bisogno di una settimana in ospedale.

«Salma, – le dice- la tua tristezza di adesso è una vera emozione, la gioia di questa mattina era un’altra emozione, diversa, ma pur sempre un’emozione. Una è triste, l’altra allegra, ma sempre un’emozione che viene da dentro, dal cuore, dalla tua anima. Poesia vuol dire anche scrivere un’emozione. Provaci, vedrai che sarà bello. Vedrai che ti libererai.»

Musica Parole, illustrazione

“..per fare un prato ci vuole un trifoglio e un’ape e il sogno..”

Le parole dolci di sua sorella spingono Salma a farmi tante domande. Mi siedo accanto a lei e parliamo…parliamo di tante cose, ininterrottamente. Salma è inarrestabile, curiosa. Decide di scrivere una poesia e sceglie, con decisione, i versi di Emily Dickinson. Per Salma sarà una nuova esperienza. Appuntamento allora a mercoledì con un’altra poesia: quella della piccola Salma.


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